La Democrazia è necessariamente parlamentarismo e questo suppone una rappresentanza delle varie realtà socioeconomiche in relazione alla loro consistenza, presuppone quindi, in Parlamento, il dialogo e l’accordo, il compromesso tra le diverse istanze. E’ la tesi di fondo di quello che è ormai unanimemente considerato il più grande giurista del Novecento, l’Apostolo della Democrazia, Hans Kelsen. Il dibattito sul “Proporzionale” è di nuovo alla ribalta per la riproposizione di questo modello da parte del M5S. L’identità del proponente è stata invero immediatamente occasione di un bersagliamento accanito: il proporzionale sarebbe infatti nient’altro che l’emblema, lo stemma, della “Prima Repubblica” e dei suoi “inciuci”. Invero all’uscita dal “Proporzionale” è corrisposta una ascesa al potere di soggetti politici direttamente o indirettamente sostenuti da forze esterne alla Democrazia quali le massonerie (si veda il famigerato gruppo Bilderberg) e le mafie. E’ significativo che coincida il momento della cessazione delle stragi e degl’attacchi terroristici di mafia ed il momento dell’ascesa di Silvio Berlusconi. Sempre il maggioritario resta in vigore anche con il declino di Don Silvio e vede quali protagonisti della scena politica soggetti portati dalle lobby internazionali con un PD che arriva al Governo grazie al pressing del gruppo Bilderberg con americani e tedeschi autori della caduta di Berlusconi e fautori dell’insediamento di un “Nominato”. E, da allora il governo, sia a livello nazionale che regionale, vede sempre più massicciamente la presenza di nominati. Ossia, la presunta “governabilità” che il principio di maggioranza avrebbe dovuto assicurare, ha di fatto leso il principio fondamentale e primo della Democrazia, quello per il quale lo stesso Kelsen cita il nostro Cicerone: “Itaque nulla alia in civitate, nisi in qua populi potestas summa est, ullum domicilium libertas habet: qua quidem certe nihil potest esse dulcius et quae, si equa non est, ne libertas quidem est”. Ovvero: il dictat della maggioranza è lo spartiacque tra Autocrazia e Democrazia. Dunque contro il berlusconismo ed il bilderberghismo (o Pdismo) lo strumento idoneo è proprio quello della tutela delle minoranze che trova la sua più naturale concreazione nel Proporzionale. E’ il concetto già espresso da Alexis de Tocqueville ne “La Democrazia in America” a proposito della “Tirannide della maggioranza”. Ad esso corrisponde il Proporzionale che è di fatto l’incarnazione della Libertà personale e sociale nella Democrazia: “Essa è il principio della Libertà, il principio della Democrazia Radicale” (H. Kelsen “dell’essenza della Democrazia”). Di contro alla Autocrazia, il proporzionale è il vero istitutore del Parlamento, in cui porta al dibattito – e dunque al dialogo – le diverse istanze socioeconomiche in funzione della loro consistenza. Il dibattito parlamentare cui il proporzionale porta non è “inciucio” (come semplicisticamente vorrebbero far credere berlusconisti e bilderberghisti), bensì confronto tra le diverse istanze, confronto il cui esito è il compromesso tra le parti. E’ proprio questo esito, che non è il dictat delle Autocrazie a sancire l’essenza della Democrazia, il suo valore, la sua diversità e specificità. E’ qui l’uscita da berlusconismo e bilderberghismo, l’uscita dai totalitarismi nazifascisti e comunisti, ma anche, ormai è il caso di aggiungerlo, islamici.
Francesco latteri scholten