CRISTO IN GLORIA

Sabato 19 ottobre sarà inaugurato il mosaico del Battistero realizzato da Padre Marko Ivan Rupnik, artista della Comunità del Centro Aletti di Roma, tra il  9 e il 10 ottobre appena trascorsi.

“Cristo in Gloria con Maria Corredentrice” è il titolo attribuito all’opera realizzata.

Marko Ivan Rupnik  è un artistateologo e presbitero sloveno, appartenente ai Gesuiti.

Insieme all’Atelier d’Arte spirituale del Centro Aletti, di cui è direttore, ha realizzato in tutto il mondo opere famose, come i mosaici della Cappella “Redemptoris Mater” in Vaticano, quelli delle basiliche di Fátima e di San Giovanni Rotondo, quelli sulla facciata del Santuario di Lourdes, nella Cattedrale di Santa Maria Reale dell’Almudena a Madrid, della Chiesa ortodossa della Trasfigurazione a Cluj, del Santuario di san Giovanni Paolo II a Cracovia, del Santuario di San Giovanni Paolo II a Washington e del Santuario di Madonna Ta’ Pinu a Gozo. (da Wikipedia).

P. Rupnik considera il mosaico il risultato di un’opera collettiva:

il mosaico non lo si può fare da soli, è sempre un’opera corale”. Nell’antichità i mosaici erano fatti da artisti che lavoravano sotto la guida di un maestro tutti insieme nel cantiere. Perciò fare mosaici è “un’esperienza ecclesiale”. “Dal lavoro di comunione il movimento materico pian piano si rivela, acquista un volto”. “Qui a Capiago a lavorare con me c’erano dodici artisti. Se ne fossero mancati tre, ne sarebbe venuto un mosaico diverso. Perché nessun mosaico è fatto a tavolino in modo astratto o rigidamente prefissato. Bisogna tenere conto delle persone che concretamente vi lavorano.” (1)

Ed anche un tutt’uno tra opera d’arte ed evento liturgico:

In p.Marko matura “la percezione dell’unità organica tra l’evento liturgico che si celebra e l’edificio o lo spazio che lo ospita. L’arte nell’edificio liturgico non è decorativa, ma è costitutiva dell’evento che lì si celebra e della comunità che si riconosce in quell’edificio, immagine della Chiesa, dell’umanità e dell’universo trasfigurati. Abbiamo bisogno di un’arte liturgica che non solo susciti ammirazione, ma anche devozione, riverenza, pietà, senso religioso.” (2)

 L’arte nell’edificio liturgico non è decorativa, ma è costitutiva dell’evento che lì si celebra e della comunità che si riconosce in quell’edificio, immagine della Chiesa, dell’umanità e dell’universo trasfigurati. Abbiamo bisogno di un’arte liturgica che non solo susciti ammirazione, ma anche devozione, riverenza, pietà, senso religioso.” (3)

Certamente, il mosaico realizzato nella Chiesa di Acquedolci, oltre a costituire un  arricchimento per il Tempio, 12 m.q. di “Bellezza”,  rappresenta, nelle intenzioni dell’artista, un aiuto ad avvicinarsi a Dio.

Giuseppe Scaffidi Fonti

(1) Lorenzo Prezzi, Bellezza, carne del vero – Intervista a p.Marko Ivan RupnikRegno-attualità n.20, 2009, p.681

(2) Luigi Guccini, Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto: Mosaico di Marko I. Rupnik a ‘Casa Incontri Cristiani’ di Capiago, Testo pro manoscritto fuori commercio, Capiago 2006, pp.27s.

(3) Lorenzo Prezzi, Ibidem.

PROTEZIONE CIVILE AD ACQUEDOLCI

E’ stata inaugurata ad Acquedolci, domenica scorsa, la sede locale del Nois (Nucleo operativo interforze Sicilia), i cui locali siti in via Dante, sono stati concessi in comodato d’uso gratuito dal Comune di Acquedolci.

L’inaugurazione è stata preceduta da una cerimonia di presentazione sulle finalità che persegue l’Associazione  nella sala consiliare del Comune, nella quale hanno partecipato tra gli altri, l’Ing. Antonio Rizzo, redattore del piano di protezione civile del Comune e il Capo della Protezione civile Regionale Ing. Calogero Foti, il quale ha sottolineato l’importanza  del volontariato che, lungi dall’essere considerato un mero esercizio per mettersi in mostra, rappresenta invece un nobile atto di umana solidarietà.

Oltre al Presidente dell’Associazione Francesco Occhiuto, insieme a tutti gli associati-volontari, erano presenti  Autorità civili e militari locali e del comprensorio.

La costituzione del NOIS di Acquedolci rappresenta un nuovo traguardo di un lungo iter burocratico che si trascina da diversi anni  ma che non ha visto da parte delle Amministrazioni che si sono succedute l’attenzione che meriterebbe un argomento così importante qual’è quello della protezione civile, in caso di calamità naturali. Adesso, dice l’Ass. Nicolina Pulvirenti,  “con la revisione della determina sindacale del C.O.C. (Centro Operativo Comunale) e dell’U.C.L. (Unità di Crisi Locale), passando dall’approvazione del Piano di Protezione Civile e arrivando alla costituzione del gruppo NOIS” si può sperare in qualcosa di concreto sulla delicata materia.

Fondamentale, per perseguire risultati efficaci, è una adeguata formazione sia dei volontari, sia dei funzionari e  dei dipendenti comunali, oltre che degli stessi Amministratori, diffondendo in tutti i cittadini, a cominciare dai più piccoli nelle scuole, la cultura della Protezione Civile.

Giuseppe Scaffidi Fonti

” TUTTI IN FERIE “

Grande successo di pubblico per la rappresentazione teatrale “Tutti in ferie”, commedia brillante di Giuseppe Modica.
Sotto la guida sapiente di Maria Rosaria Pruiti, curatrice dell’evento,  una gremita piazza municipio, dove è stato allestito il palco, la sera del 16 agosto, ha visto la seconda rappresentazione dell’opera teatrale, dopo la prima avvenuta presso il teatro delle scuole elementari il 22 giugno scorso.
Obiettivo del neo-costituito gruppo è quello di riportare in auge l’attività teatrale dopo anni di assenza. In questo senso si sono  rimessi in gioco vecchie glorie dell’epoca che fu di Padre Gagliani,  parroco della Comunita’ acquedolcese, che tanto impulso ha dato  al teatro. Accanto a loro nuove leve hanno dato il loro contributo all’allestimento dello spettacolo.

La rappresentazione, pur con leggerezza, ha voluto veicolare un messaggio di stretta attualità che è quello dell’eterno dualismo tra l’essere e l’apparire nella società consumistica, in cui si tende a far prevalere l’aspetto dell’avere rispetto a quello dell’essere.

“Tutto si fa per l’occhio della gente: la macchina, i vestiti, persino il voler partire a tutti i costi per le ferie”,  è il Leitmotive che caratterizza tutta la commedia, inserito nelle dinamiche familiari di due coppie che vedono i mariti, loro malgrado,  succubi dei desideri delle rispettive mogli accecate dalla voglia di dimostrare ad ogni costo di poter fare meglio della rivale.

L’auspicio è, come ha detto Maria Rosaria Pruiti a nome dell’AMI, che anche altri possano avvicinarsi: “l’Associazione sarà felice di accogliere coloro che vorranno contribuire a mantenere vivo l’amore per il teatro e per le nostre tradizioni”.

Giuseppe Scaffidi Fonti

 

 

BEL CANTO AD ACQUEDOLCI: “OMAGGIO A MARIA”

Nell’ambito del cartellone estivo dell’estate acquedolcese, si è svolta ieri sera, nella suggestiva cornice  dell’antico baglio del Castello di Acquedolci,  l’esibizione musicale intitolata “Omaggio a Maria”, con la presenza del soprano di fama internazionale Felicia Bongiovanni, che recentemente ha ricevuto la cittadinanza onoraria del Comune di Acquedolci per il suo amore verso questo paese.

Ad accompagnare la cantante, al violino Eleonora Sormani e al pianoforte Antonio Scandurra.

Un omaggio  a Maria, appunto, il tema della serata, che ha visto il soprano Bongiovanni eseguire magistralmente diversi brani in una preghiera continua alla Vergine.

Si è dato inizio alla serata con l’Ave Maria di Schubert e a seguire l’Ave Maria di Giulio Caccini,  l’ Ave Maria tratta dall’Otello di Giuseppe Verdi, l’Ave Maria di Gounod e infine, fuori programma, l’aria “Vissi d’arte”,  dalla Tosca di Giacomo Puccini.

Ogni pezzo era preceduto da notazioni storico-musicali da parte di Enrico Caiola, che ha  curato l’organizzazione dell’evento.

Una serata all’insegna della bellezza, della bellezza “invisibile”, come ha sottolineato il mecenate Antonio Presti, ideatore di “Fiumara d’Arte”,  intervenuto a conclusione della magica serata, che si è complimentato con il Sindaco Alvaro Riolo per questo tipo di iniziative, da incoraggiare e ripetere, in quanto aiutano nel percorso di conoscenza che dovrebbe caratterizzare la vita di ognuno di noi e dell’intera Comunità, per vincere l’attacco continuo della “tecnologia” che annulla il pensiero, l’individualità e la consapevolezza critica.

Giuseppe Scaffidi Fonti

RADUNO BANDISTICO AD ACQUEDOLCI

Siamo ormai giunti alla quarta edizione, grazie all’infaticabile impegno del Corpo bandistico di Acquedolci, che a pochi anni dalla sua costituzione, (2013), ha dato dimostrazione di grande impegno sia per quanto riguarda la formazione dei propri componenti sia per quanto riguarda l’organizzazione di eventi come questo.

Stiamo parlando del quarto raduno bandistico città di Acquedolci, quello che si è svolto ieri, a cui hanno partecipato quattro bande musicali: la banda “G. Verdi” di Cerami, la banda di Motta d’Affermo, la banda “S. Lucia” di Capo d’Orlando e, naturalmente, il Corpo bandistico di Acquedolci, che ha ospitato la manifestazione.

Nel pomeriggio, dalle 17,00 in poi,  le bande musicali hanno sfilato per le principali vie cittadine, per concludere quindi in piazza Municipio con concerti sinfonici, di musica classica, ma anche con pezzi di autori e gruppi moderni variamente “ri-arrangiati” da vari compositori, alcuni dei quali rivestivano la poliedrica veste di compositori, arrangiatori e direttori delle rispettive bande, a dimostrazione dell’ottimo livello raggiunto dalle  compagini presenti alla manifestazione.

La serata è stata allietata anche dalla presenza del gruppo delle majorettes diretto da Marta Serraino, che ha fatto da cornice ad alcune marce eseguito dal corpo bandistico Acquedolci.

Il Sindaco di Acquedolci ha portato il proprio saluto, evidenziando l’importanza che  assumono manifestazioni di questo tipo, a maggior ragione se queste divengono “strutturate” e tradizione per Acquedolci, un momento di crescita per tutti.

Giuseppe Scaffidi Fonti

NOTE ALL’ALBA

Il M° Paolo Stervaggi

Come di consueto, ormai da undici anni, a Capo d’Orlando, nei pressi dei laghetti sottostanti il faro, organizzata dall’Accademia della musica diretta dal M° Paolo Starvaggi, si è svolta giorno 11 agosto scorso, l’undicesima edizione della manifestazione musicale denominata “Note all’Alba”. Notevole affluenza di pubbico, che col passare degli anni è diventata sempre più consistente, attirato dalla formula semplice ma suggestiva, complice l’atmosfera ovattata della musica e del canto allo spuntar del sole.

Giuseppe Scaffidi Fonti

ACQUEDOLCI PREMIA LE ECCELLENZE

Per il terzo anno consecutivo il Comune di Acquedolci premia gli alunni che si sono particolarmente distinti nell’anno scolastico appena concluso.

In una sala consiliare gremita, questo pomeriggio, sono stati premiati gli alunni residenti ad Acquedolci che hanno conseguito la maturità con  il massimo dei voti:

 Margherita Facciolo (Scienze Umane dell’Istituto “Sciascia-Fermi” di Sant’Agata Militello), Alessandro Merlo (Itet T. di Lampedusa Sant’Agata Militello), Benedetto Oieni (Itis “Torricelli” Sant’Agata Militello), Layla Nhaila (Linguistico Sciascia-Fermi), Daniela Regalbuto, Sofia Letizia, Chiara Sanfippo, Giulia Russo Ciarro,  (tutte del Liceo Classico Sciascia-Fermi di Sant’Agata Militello).

Ospite della cerimonia il Presidente della Regione Nello Musumeci, che è stato accolto dal sindaco Alvaro Riolo, insieme ai primi cittadini dell’hinterland e alle Autorità civili e militari.

Il Presidente Musumeci nel suo discorso ha ringraziato dell’invito l’organizzatore della cerimonia, il prof. Giuseppe Salerno, invitando tutti “alla mobilitazione delle coscienze, per fare tutto ciò che è possibile per risalire la china” e vincere quell’atavico diffuso senso di rassegnazione che caratterizza il popolo siciliano.
Invitando invece all’impegno, anche politico, non dando retta a coloro che fanno di tutta l’erba un fascio, definendoli dei cialtroni. Ed aggiungendo che la politica è un’arte nobile, l’arte del governo della cosa pubblica, che non può avere un corto respiro ma deve guardare avanti ponendosi alti obiettivi, senza pensare ai ritorni di consenso o di immagine immediati.
Lo stesso impegno che ha augurato ai giovani diplomati con eccellenza, invitandoli all’azione entusiasta sulle strade della vita di studio o di lavoro che vorranno intraprendere, preparandosi ad un confronto serrato con un mondo ormai sempre più globalizzato.
La cerimonia è stata allietata dal canto del soprano Felicia Bongiovanni, che recentemente ha ricevuto la cittadinanza onoraria dal Comune di Acquedolci.
Sono intervenuti musicalmente anche alcune ex allieve: Eleonora Sormani al violino, Gloria Salerno e Irene Antoci alla voce, accompagnate dal pianista Salvatore Scandurra.
Auguri alle eccellenze per il percorso appena concluso, con l’auspicio che possano continuare con lo stesso impegno ad andare avanti conseguendo sempre ottimi risultati.
                 Giuseppe Scaffidi Fonti

Premiare il merito ?

Apprendere che si continuino a perpetrare abusi nell’ambito delle assunzioni nella Pubblica Amministrazione, non è una novità, si sa, la raccomandazione e le scorciatoie sono state da sempre una costante in tutte le società.

Ma quando questo modo di operare vede come protagoniste quelle che dovrebbero essere le espressioni più alte del nostro sistema, come l’Università e la Magistratura, invischiate in un mercimonio che certamente non premia il merito, allora il pessimismo prende il sopravvento e l’ottimismo della volontà fa difficoltà a prevalere e uscire dal pantano di un sistema collaudato di scambio di favori.

Quello che è accaduto nell’Ateneo catanese in questi giorni, con la Magistratura che indaga su concorsi universitari “pilotati”, probabilmente non è un caso isolato, non credo che altre realtà siano immuni dal rischio di contaminazioni dello stesso tipo, ma per la realtà siciliana quanto sembra accaduto, (il dubbio resta fino a quando la giustizia non fa il suo corso, e nel nostro sistema giudiziario vige il principio della presunzione di innocenza sino alla condanna definitiva), assume una connotazione ancora più grave a causa del contesto socio economico della nostra Regione, dove il 26% dei giovani dell’Isola preferisce varcare lo stretto e studiare altrove.

I giovani preferiscono lasciare la famiglia, con grandi sacrifici economici da parte di questa, perchè considerano l’andare altrove l’alternativa al precariato e alla mortificazione delle liste di attesa del potente di turno e della scarsa possibilità che venga premiato il merito e la capacità, disincentivando così il loro impegno.

” I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi “… recita l’art. 34 della nostra Costituzione, ma il rischio che questo principio resti solo sulla carta, senza essere concretizzato nella realtà, è molto forte se non si esce dalla logica familistica e clientelare.

E triste constatare come continuino a perpetuarsi meccanismi orientati all’esclusione di coloro che non fanno parte di quel clan universitario, di quella casta, di quella cricca, di una loggia massonica, o non essere figli o parenti di…, e come questi meccanismi inducano nel convincimento della irrimediabilità di questo circolo vizioso i nostri giovani, spingendoli al disimpegno e alla fuga.

 “Contano i parenti piuttosto che i talenti” scriveva qualche giorno fa il costituzionalista messinese Michele Ainis. “E infatti la mobilità intergenerazionale – che misura la probabilità di schiodarsi dalla classe di reddito dei propri genitori – in Italia è 3 volte più bassa rispetto agli Stati Uniti. Di conseguenza il 60% degli italiani rimane intrappolato nel suo ceto d’origine (Ocse 2018)”. E continuava:

“Se ogni ateneo, promuove i cuccioli di casa, sbarrando la porta agli studiosi che bussano da fuori, se tutto questo accade – e accade – allora c’è un problema che riguarda non tanto la cultura, quanto piuttosto l’istruzione.(Ri)cominciamo da lì. “

Si può sperare che cessino questi abusi e che le procedure concorsuali si svolgano con la massima trasparenza senza scoraggiare dalla partecipazione i migliori, premiando così veramente il merito e non l’appartenenza ad una delle tante caste?

Giuseppe Scaffidi Fonti

 

Mostro con tre teste

Mi sono chiesto, da quando si è insediato il nuovo governo  sotto la guida di Giuseppe Conte, se quest’ultimo “conti”, o lo facciano contare.

Sintomatico di tale depotenziamento è il fatto che si siano nominati ben due vice presidenti del consiglio, rappresentanti delle due anime delle forze politiche che hanno vinto le elezioni: Luigi di Maio  per il Movimento 5 stelle e Matteo Salvini per la Lega, dai quali il premier sembra dipendere e non solo formalmente.

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POTERE PER SERVIRE NON PER SERVIRSENE

 Pensieri ad alta voce, ad un anno di distanza dalle elezioni. Al plauso per le numerose iniziative prese e la risoluzione di importanti problemi che riguardavano il quotidiano delle persone, sento il dovere di manifestare qualche mia perplessità, in merito a certi accadimenti che sono sotto gli occhi di tutti.

Non mi piacciono gli eccessi autocelebrativi sulla gestione del quotidiano-ordinario, divenuto paradossalmente straordinario se raffrontato al tunnel dell’indifferenza, dell’abbandono e del “sacco” che ha caratterizzato le due precedenti legislature. Oltre all’ordinario occorre perseguire obiettivi strategici che servano veramente per la crescita della nostra Comunità, usando tutti i mezzi e le possibilità offerte dalla Regione e dalla Comunità Europea, pensando a progetti di valorizzazione e di crescita dell’esistente e, partendo da questo, “inventandosi” impieghi nell’ambito del turismo culturale, congressuale, eno-gastronomico,  etc., non accontendandosi soltanto dell’azione benevola del “volontario”, pur essa importante, ma strutturando percorsi ed iniziative ben precise, senza lasciare nulla al caso.

Penso ad esempio a visite guidate alla Grotta per le scolaresche e i turisti inserite in un sistema ben definito, che non tralasci nulla, a cominciare dal miglioramento del percorso per arrivare al sito, migliorando la viabilità, mettendo divieti di sosta con “tolleranza zero”, in modo da non scoraggiare i potenziali visitatori. Penso all’uso del Castello per iniziative culturali, artistiche ed eventi ad ampio raggio, che sfruttando al meglio un bene fin qui abbandonato, dopo i necessari restauri, possa costituire l’ideale “contenitore” di tutte queste iniziative.

V’è poi l’esigenza di una rivisitazione del Piano Regolatore, fermo ormai da decenni, il cui mancato rinnovo impedisce uno sviluppo armonico del territorio. L’ indolenza al riguardo è una caratteristica delle Amministrazioni che si sono succedute in questi anni, con continui rimpalli di responsabilità. Gli uffici tecnici si giustificano sostenendo che aspettano direttive dai politici, i politici danno la responsabilità ai tecnici. Certamente nessuno dei due ambiti fa bene il proprio lavoro, che dovrebbe essere caratterizzato da una sinergia di competenze convergenti finalizzate al miglioramento urbanistico, che porta sviluppo economico e crescita per la nostra Comunità. Ma certamente la responsabilità più grossa è da attribuire ai politici che non danno le opportune indicazioni ai responsabili di quell’ufficio, assegnando anche delle scadenze per gli obiettivi prefissati, ma, paradossalmente, attribuendo le indennità di funzione senza fissare e pretendere che vengano raggiunti i risultati. Questo lassismo porta al risultato di consentire  interventi a macchia di leopardo, disarticolati, a volte speculativi, non rispettosi dell’ambiente se non addirittura causa di dissesto idrogeologico. Strettamente connessa al Piano Regolatore è la zona artigianale, la cenerentola della nostra Acquedolci, di cui sempre si parla nelle campagne elettorali per poi dimenticarsene all’indomani. Motivo per cui gli artigiani, specialmente quelli che vogliono crescere, si trovano costretti o ad andare fuori o ad “inventarsi il futuro”. Le due questioni, come ho detto,  sono causa ed effetto l’una dell’altra.

Penso infine a Concorsi di Idee per valorizzare i siti e i luoghi più importanti e i relativi percorsi. 

Per fare ciò occorre però un impegno che vada oltre la manutenzione e gli interventi “straordinari” causa del degrado e dell’abbandono degli anni trascorsi. Occorre ideare, progettare e reperire le risorse necessarie affinché tali idee si trasformino in atti concreti a prescindere dall’appoggio amicale o dalla vicinanza politica del “potente” di turno, uscendo da quella logica perversa secondo la quale il Comune debba ricevere il finanziamento se riceve l’appoggio di questi. L’idea, il progetto, deve andare avanti perché è buona. Va da sé che tali interventi vanno adeguatamente e collegialmente programmati e non dettati dall’asfittico ritorno in termini di immagine o di consenso del singolo.

Ciò implica, necessariamente, studio, ricerca e capacità di interloquire efficacemente con gli apparati sovracomunali, regionali ed europei.

E per finire, attenzione anche a coloro che usano la politica non al fine di servire ma per servirsene, ai faccendieri, ai “traffichini”, a coloro che vivono di espedienti , agli “autoreferenzialisti” di professione e pseudo-esperti e a coloro che, ricoprendo ruoli di alto profilo nell’apparato burocratico comunale hanno avuto e, purtroppo, continuano ad avere evidenti conflitti di interesse con il perseguimento del bene comune. E non credo sia giustificabile e nemmeno politicamente corretto che si sottometta il bene comune ad altri interessi o a presunte difficoltà relative ad un uso equilibrato e corretto dello spoil system, -ovvero quel sistema che permette alla parte politica vincitrice delle elezioni, di collocare persone di fiducia nei posti chiave dell’apparato burocratico, distribuendo la titolarità di uffici pubblici e quindi posizioni di potere-, a fronte di comprovate evidenze sull’uso distorto del proprio ruolo…

Ascoltiamo, veramente, Acquedolci.

 

Giuseppe Scaffidi Fonti