LO STRAPPO

Ma cosa spinge un capogruppo a presentare un atto importante senza coinvolgere i componenti del proprio gruppo?

Questa la domanda che mi sono posto, che sicuramente si sono posti i consiglieri della minoranza, che si sono posti tanti concittadini, quando nel consiglio comunale del 21 u.s. viene portato un documento in merito al depotenziamento dell’ospedale di Sant’Agata Militello, a firma del dottore Oriti ,(capogruppo della minoranza), e di due componenti della maggioranza, senza che i componenti della minoranza vengano interpellati.

Una vera e propria “Conventio ad excludendum”.

Ho provato a dare una risposta…

Forse l’argomento era di poco conto o non era condiviso dai consiglieri di quella minoranza?

Certamente no,  in quanto sullo stesso oggetto, già qualche anno fa, lo stesso gruppo di minoranza aveva presentato una mozione su sollecitazione dello stesso capo-gruppo, come ha ricordato il consigliere Scaffidi nel suo intervento, a cui la maggioranza, come ci ha ormai abituato, aveva dato seguito dopo oltre quaranta giorni dalla richiesta, malgrado la richiesta di convocazione urgente del Consiglio Comunale…

Come più volte abbiamo assistito, non si è guardato allora, – (ma si è continuato così sulla stessa linea anche dopo)-  alla bontà della proposta, anche se proveniente dalla minoranza consiliare, ma si è andati  alla ricerca della primogenitura, per fare “speculazione” politica.

E allora perchè meravigliarsi del fatto che un consigliere abbia definito un atto di sciacallaggio politico la firma di due consiglieri della maggioranza apposta su un documento presentato dal capogruppo della minoranza Oriti , escludendo  i consiglieri del proprio gruppo, imbarazzati dalla estemporanea iniziativa di quest’ultimo?

Tutti i componenti del gruppo di minoranza, sono stati in passato firmatari di un documento analogo, “snobbato” allora dalla maggioranza consiliare e portato in consiglio solo dopo alcune settimane, perchè pressato dalla minoranza,  da quel Presidente del Consiglio  che, soltanto ora, ispirato sulla via di Damasco, lo firma e si premura, (a differenza del passato), a portarlo in Consiglio.

Si aspettava forse che i tempi fossero maturi?

Quello che è accaduto ieri sera, mi dispiace dirlo, mi appare come l’epilogo di un fatto annunciato.

Quando si perde di vista il bene comune, privilegiando “altre ragioni”,  i rischi possono  sortire effetti dirompenti, come sono quelli a cui abbiamo assistito l’altra sera in una pubblica assemblea.

Paradossalmente, in un attimo, come d’incanto, le ragioni della logica, della razionalità, del rispetto del proprio ruolo, hanno avuto la peggio e hanno dovuto soccombere alle ragioni della  ripicca e del dispetto. La realtà di tanti anni si è capovolta: Gli acerrimi nemici, di cui, negli anni trascorsi, abbiamo tutti sentito proferire le peggiori cose,  sono diventati amici, gli amici sono diventati nemici…

Una poco edificante caduta di stile!…

Giuseppe Scaffidi Fonti