Per Hitler & co. esame psichiatrico di Jung: erano pazzi.

Incendiare il ReichsTag – era il 27 febbraio 1933 -, adducendone pubblicamente la colpa ai propri nemici politici ed assumere così il potere assoluto in nome della “difesa del popolo tedesco” dai suoi “nemici”, arrestandoli in massa e rinchiudendoli insieme agl’altri “nemici” ovvero omosessuali, prostitute, invalidi, malati, zingari, minorati di mente, carcerati, insomma “impuri” ed infine agl’altri “impuri” in quanto razza, ovvero ebrei e slavi, in campi di lavoro con cui ricostruire una disastratissima Germania fu atto di genio o follia criminale? Il “Mein Kampf” e la sua sciagurata attuazione fu atto di uno solo ovvero di un manipolo di criminali, oppure una concrezione archetipica e dunque riconducibile ad un’interà società o addirittura all’umanità intera, la quale trovò sfogo nell’agire di quel manipolo, incarnazione hegeliana – come a suo tempo Napoleone – del “ZeitGeist”? Wotan o anche l’Irminsul – il mitico pilastro sacro che regge l’Universo e collega la Terra al Cielo che sorgeva (secondo la leggenda) ad Externsteine, il complesso megalitico cui è integrato il castello di Wewelsburg (centro del misticismo nazista) ed in particolare la sua torre Nord, punta della lancia di Longino, in cui si trova il “Sole nero” – sono solo semplici vestigia del passato oppure anche archetipi o magari addirittura realtà occulte connesse con fatti astrali ed astrologici quali appunto il Sole nero identificato da alcuni quale centro dell’universo intorno a cui – già secondo Filolao (V sec. a.C.) – anche il sistema solare ruotava, da altri con la compagna oscura di Sirio? Certo è che il luogo in cui sorgono i resti del complesso megalitico fu scenario di almeno due eventi storici di grande portata: campo di battaglia che vide la sconfitta delle legioni romane di Varo per il tradimento di Arminio, e quella dei sassoni ad opera di Carlomagno nel 772. Freud, padre fondatore della psicanalisi, si era occupato tanto della psiche del singolo, quanto di quella collettiva, ma per quest’ultima ancora gli mancava quello strumento che sarà forgiato dal suo miglior allievo, Carl Gustav Jung, ma che egli non accetterà mai e per il quale anzi si distanziò da lui. Anziano e malato, dovette comunque fuggire a Londra per sottrarsi ai nazisti nel 1938 ed assistere al rogo pubblico delle proprie opere, insieme a quelle di tanti altri, prima di morire l’anno successivo. Jung invece ebbe proprio negl’eventi storici di quegl’anni la possibilità di studiare da vicino il nazifascismo, sia come fenomeno di massa – e lo fece rifacendosi agl’archetipi che ricavava implicitamente dai fatti contemporanei e dal confronto di questi con quelli della mitologia tedesca – sia dallo studio di singole individualità di personaggi nazisti. La stessa notorietà di Jung fece sì che i suoi studi giungessero all’attenzione nientemeno che di Joseph Goebbels il quale lo fece convocare a Berlino per assistere a diverse celebrazioni ufficiali cui erano presenti i tre massimi esponenti del regime: Adolf Hitler, Heinrich Himmler ed Hermann Goering. La finalità di Goebbels era quella di sottoporre i tre ad un’analisi psichiatrica onde eventualmente ordire un colpo di Stato nel caso in cui fosse appurata la loro pazzia. Tanto la realtà scenografica delle cerimonie, i loro rituali ed il loro svolgersi, tanto la partecipazione e l’agire delle masse, quanto quella dei tre, convinsero in breve il fondatore della psicologia archetipica della totale follia del tutto e specie di quella della triade. L’intuizione immediata di Jung fu però anche – e del resto sarebbe stato evidente per chiunque – che ne sarebbe andato della propria vita, e così andò via immediatamente. Goebbels d’altronde non era l’unico ad interessarsi a queste vicende, così, tornato in Svizzera, Jung sarà contattato da Allen Dulles dell’OSS (la futura CIA) e diverrà l’agente 488… La follia di Hitler & co. è dunque accertata e pienamente, e per di più da chi non solo faceva riferimento anche agl’archetipi ed all’occultismo (era sull’occultismo la sua tesi di laurea) ma ne era anche il fondatore moderno degli studi. Sul piano storico e razionale perciò è stata data una risposta definitiva, non così sugl’atri piani, quello esoterico occultistico, quello astrologico, quello archetipico: insieme al sogno, agli stati allucinogeni e psicotici, infatti, non è forse proprio la follia quella in cui eminentemente trova estrinsecazione l’archetipo e l’occulto, già dai tempi più remoti dei megaliti di Externsteine, alle pitie dei tempi di Filolao, sino ai giorni di Freud e Jung, ovvero ai nostri?
francesco latteri scholten.