Dal CAF al RAB

Vi ricordate del CAF, il famoso acronimo che durante la cosiddetta prima Repubblica, prendeva il nome dalle iniziali dei nomi dei leaders politici più in voga del momento: Craxi, Andreotti e Forlani? Sembrano passati anni luce. Allora le decisioni più importanti venivano prese dalla suddetta triade in barba alle più elementari regole di democrazia, dentro ad un camper, durante un qualsiasi congresso di partito.

Si lamentava il fatto che la maggior parte delle crisi politiche erano crisi “extraparlamentari”, cioè nascevano, maturavano e si risolvevano al di fuori delle aule parlamentari.

Ora siamo nella cosiddetta terza Repubblica, dopo che la seconda è rimasta perennemente in mezzo al guado,  e le importanti decisioni di questi giorni, sul nuovo Governo, sulla nuova legge elettorale, sulle riforme istituzionali, etc. si stanno prendendo fuori  dai luoghi che dovrebbero essere a ciò deputati.

Sono cambiati gli attori, l’acronimo è diventato RAB dai nomi dei politici, che ora si chiamano Renzi, Alfano e Berlusconi, ma il sistema, per uno strano ritorno al passato, è rimasto quello di allora. I ruoli dei tre sono convergenti: Il primo svolge la parte del protagonista, il secondo quello di chi deve difendere la sua rendita di posizione, per il serio rischio di dissolvenza nel caso in cui si andasse a nuove elezioni, il terzo quello di risalire la china dopo le vicissitudini giudiziarie che lo hanno riguardato e dopo essere stato resuscitato dal protagonista…

Ma forse non vi erano alternative vista la indisponibilità di altre grosse compagini a fare proposte e a mettersi in gioco, oltre che proteste…

Come a voler dire: E gli altri stanno a guardare… crogiolandosi In un  continuo crescendo della spettacolarizzazione della vita politica.

Speriamo,  per il bene del Paese, che dopo gli slogan seguano fatti concreti !

Giuseppe Scaffidi Fonti